Fino ai 7/8 anni i bambini devono avere i pomeriggi liberi per poter giocare, far visita agli amichetti o ai nonni, annoiarsi davanti ad una finestra, oziare o fare sport.
Nel nostro istituto i compiti sono assegnati solo nel week end nel primo biennio, ma servono solo da rinforzo delle attività svolte in classe.
Il tempo necessario per svolgerli è di circa 10 minuti in prima e 20 minuti in seconda. Dalle terza in poi l’impegno pomeridiano aumenta: 30 minuti in terza, 40 minuti in quarta e 50 minuti in quinta.
L’efficacia dei compiti si concretizza se l’insegnante durante le ore di lezione riesce a portare avanti un lavoro individuale su ogni singolo bambino. L’obiettivo deve essere quello di far interiorizzare i concetti logici e l’utilità nella vita reale di ciò che l’insegnante ha spiegato.
La cosa fondamentale è che durante le ore di lezione ai bambini venga insegnato un metodo di studio che ovviamente non può essere per tutti uguale: c’è chi predilige l’uso di mappe concettuali, chi la suddivisione in paragrafi, chi ha bisogno del supporto delle immagini. Sta all’insegnante aiutare il bambino a trovare la sua strada.
I compiti devono essere assegnati su argomenti che sono stati esaustivamente affrontati a scuola. Molto importante è anche il coordinamento tra i vari insegnanti: ognuno deve conoscere l’impegno richiesto da altre materie affinché la mole di lavoro non superi i tempi attentivi delle singole fasce d’età. Nella scuola del fare le esercitazioni teoriche pomeridiane avvengono sempre dopo molti giorni di attività pratiche sull’argomento presentato dall’insegnante.
Tutto ciò nella nostra scuola è possibile grazie all’assenza di lezioni frontali. Ogni insegnante lavora con e per i bambini, prestando attenzione ai tempi di apprendimento di ognuno.
Non tutti hanno gli stessi tempi, anche il bambino che può trovare molto facile l’apprendimento di alcune materie sicuramente avrà delle difficoltà in qualche altro ambito. L’obiettivo della scuola è quello di far superare ai bambini le difficoltà con impegno e tranquillità, l’adulto ha il compito di lavorare molto sul senso di competenza e sull’autostima.
Il Prof. Feuerstein diceva: “Se un bambino non riesce ad imparare, insegnagli tu un metodo per imparare ad imparare”.
Ciò significa che in una scuola dove l’obiettivo è quello di rendere autonomi i bambini nello studio così come nella vita, l’utilità del dare i compiti è subordinata a quanto l’insegnante è in grado di far interiorizzare i concetti ai bambini durante le ore scolastiche.